Il Premio Anziani fu istituito dalla
Società Montevecchio, così come da altre Società Minerarie come
la Monteponi, per dare “un tangibile riconoscimento al personale
(dirigenti, impiegati e operai) che abbia “lungamente e
fedelmente” prestato servizio presso l'Azienda.
La qualifica “Anziano” veniva raggiunta
da coloro i quali potevano vantare ad una certa data (per
Montevecchio il 28 Aprile di ogni anno perché in questo giorno
ricorreva l'anniversario della Concessione mineraria -28 Aprile
1848; per Monteponi, invece, il 18 Giugno per l'anniversario
della costituzione della Società - 18 Giugno 1850- ) almeno 20
anni, che divennero 25 dal 7/2/1969, di servizio effettivamente
ed ininterrottamente prestato.
La qualifica di “Anzianissimo”, invece,
veniva raggiunta da coloro i quali, sempre alla stessa data,
potevano vantare un'anzianità di 40 anni, per gli uomini, e 35
anni, per le donne, di servizio prestato effettivamente ed
ininterrottamente.
In cosa consisteva questo
“riconoscimento tangibile”?
Esso era composto da una Targa ricordo,
un distintivo ed una somma di denaro che ogni anno veniva
indicato dalla Società.
Anche l'importo del “Premio” era
diverso secondo la scala gerarchica:
Premio Anziani:
100.000 £. per gli operai;
150.000 £. per gli intermedi;
200.000 £. per gli impiegati.
Premio Anzianissimi:
200.000 £. per gli operai;
300.000 £. per gli intermedi;
400.000 £. per gli impiegati.
Con il passaggio delle miniere all'ENI
l'importo in denaro venne sostituito da 500 litri di benzina.
Il senso e la motivazione che fu alla
base del “premio Anziani”e “Anzianissimi” sta nello stesso
regolamento là dove afferma “non sono concessi i Premi Aziendali
di Anzianità a quei dipendenti che, a giudizio insindacabile
della Società, non abbiano, nello svolgimento del rapporto di
lavoro, prestato la loro attività con costante lealtà e
disciplina”.
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Le Società minerarie, che furono
l'espressione più potente del capitalismo italiano per almeno un
secolo, utilizzarono ogni mezzo per imporre un'organizzazione
non solo del lavoro ma anche sociale interna che si fondava sulla
disciplina, sulla gerarchia e sull'obbedienza ad essa dovuta.
Indubbiamente questa organizzazione non
poteva essere imposta soltanto con la forza, all'interno e fuori
delle miniere (all'interno con il cottimo, i biglietti di
punizione di Capi-squadra e Capi-servizio “disciplinati”, le
multe e i licenziamenti “politici” specie nei confronti di
sindacalisti scomodi e all'esterno con la politica quasi
“usuraia” degli spacci, gli alloggi che la discrezionalità del
Direttore assegnava a chi lo “meritava” o comunque non dava
fastidio, ecc) ma anche e, forse, soprattutto con il
paternalismo, con la forza delle “iniziative sociali” che
persuadessero operai ed impiegati, della bontà di questa
organizzazione. Una battaglia sovrastrutturale il cui obiettivo
era quello di condurre le “categorie subalterne” a riconoscersi
nella organizzazione dell'Azienda fino ad identificarsi con
essa, a difenderne i capisaldi gerarchici.
Il Premio Anziani e Anzianissimi aveva
questo obiettivo tantochè che veniva escluso chi era stato
indisciplinato o chi, ovviamente, partecipava in prima linea
all'attività sindacale. In questi casi il licenziamento era
d'obbligo.
Il giorno dei festeggiamenti
rispecchiava questa logica: la presidenza con il Direttore e le
varie Autorità civili e religiose ( le foto lo testimoniano) e
la platea con gli “Anziani” gli operai, i quadri, gli impiegati.
Discorso ufficiale pieno di retorica paternalistica e consegna
della Targa con una stretta di mano ed un “Grazie per la Sua
Collaborazione”.
I calici di vermouth “cinzano” si
levano in alto di fronte alle tavole imbandite “di ogni ben di
Dio” come qualche Anziano raccontò un tempo.
In quel giorno veniva dimenticato
tutto: lo sfruttamento bestiale, le morti bianche, gli incidenti
e una silicosi che non perdona.
Quel giorno solo un sorriso:”anch'io
faccio parte di questa famiglia......anche se domani sarò solo
un numero da mettere via”.
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